Motivazioni
Alla
base di buona parte dei lavori brillanti/comici del
teatro, del cinema ed anche della televisione italiana contemporanea,
vi è uno
stile che si è consolidato nella prima metà del 1900 italiano passando
per
Petrolini, De Filippo, Macario, entrando nell’avanspettacolo e nella
rivista
con nomi quali Bramieri, Vianello, Tognazzi, Panelli, solo per citare i
nomi
più noti. Nel backstage, alcuni di questi stessi nomi scrivevano le
proprie
battute, oppure si affidano a menti eccelse come De Benedetti, De Sica
(Vittorio), Garinei, Giovannini, Campanile, anche qui, solo per citare
i più
noti.
Senza la pretese filologiche, lo spettacolo proposto vuole rendere
omaggio a quel teatro, ed in particolare ad un suo grande autore qual è
stato
Achille Campanile, dimostrando come quei testi appartengano alla nostra
cultura
e non appaiano mai datati, nonostante la naturalezza con cui riescono a
dire
qualsiasi cosa senza mai scadere nella volgarità.
Tredici
attori tentano di districarsi in questa strana
vicenda dando vita a una delle più divertenti commedie di Campanile.
Achille
Campanile (Roma, 28 settembre 1899 – Lariano, 4
gennaio 1977) è stato uno scrittore, giornalista e drammaturgo
italiano,
celebre per il suo umorismo surreale e i giochi di parole.
Per
breve tempo impiegato di ministero, ancora giovanissimo
divenne cronista, iniziando la carriera come giornalista de La Tribuna.
Secondo
la leggenda, Campanile si trovò a scrivere un articolo attorno ad una
vedova
che tutti i giorni, da molti anni, si recava in cimitero per portare
dei fiori
sulla tomba del marito e che un giorno ivi era stata trovata morta,
riversa
sulla tomba; Campanile titolò il pezzo come "Tanto va la gatta al
lardo". Responsabile della terza pagina del giornale era Silvio D'Amico
che, nello sconcerto, non sapendo se si avesse a che fare con un genio
o con
uno squilibrato, nel dubbio gli diede una possibilità, che Campanile
non
avrebbe deluso.
Può
essere utile una sua battuta per avere una vaga idea del
personaggio e della sua genialità comica: « Per concludere e terminarla
con
un'indagine che la mancanza di idonei risultati rende quanto mai
penosa,
dobbiamo dire che, da qualunque parte si esamini la questione, non c'è
nulla in
comune fra gli asparagi e l'immortalità dell'anima »
Lo spettacolo è
adatto a tutti.