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Calici di
arroganza
DRAMMA
Motivazioni
Con
la Legge 20 luglio 2000 n. 211, La Repubblica Italiana
riconosce il giorno 27 gennaio quale data dell’abbattimento dei
cancelli di
Auschwitz ed istituisce il «”Giorno della Memoria” in ricordo dello
sterminio e
delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e
politici
italiani nei campi nazisti». Artemedia con lo spettacolo qui presentato
partecipa a
mantenere vivo il ricordo di questa grande tragedia dell’Umanità.
Sinossi
Interrogatorio ad un funzionario di un regime ormai decaduto al quale si interpongono flash back che raccontano un agghiacciante episodio posto in essere dal funzionario durante il suo mandato. L’idea iniziale viene fornita da “Il bicchiere della staffa” di Harold Pinter (premio Nobel per la letteratura 2005), al quale è stato interposto, in un libero adattamento, l’atto unico de “Il giudice”, scritto da Marco Nuvoli, originariamente ispirato ai verbali del processo al funzionario nazista Adolf Eichmann.
TramaLo
spettacolo si apre in un’aula di tribunale, dove ha
inizio l’interrogatorio ad un funzionario di un regime ormai decaduto.
Il
processo fornisce la linea guida di tutta la rappresentazione, alla
quale si
interpongono lunghi flash back che raccontano un agghiacciante episodio
posto
in essere dal funzionario durante il suo mandato. Nel corso del
processo il giudice accusatore incontra molte
difficoltà a chiudere il funzionario attorno alle proprie
responsabilità ed a
giustificare il verdetto finale. Il funzionario infatti si appella al
dovere,
implicato dalla propria posizione, nei confronti dello stato costituito
facendo
leva su un concetto allargato di “difesa”, di “nemico da combattere” e
di
dovere, ricalcando le stesse motivazioni fornite dai gerarchi nazisti
durante i
processi post bellici. Tuttavia l’azione evocata nel flash back mostra
quale
ferocia ed accanimento vi sia nei metodi e nelle motivazioni intime del
funzionario, che evidentemente trascendono i concetti di relatività del
bene e
del male, del necessario, del dovuto e dell’obbligo.
Il tema della guerra con
tutto il suo contesto, oggi più che
mai attuale, è notoriamente oggetto di attenzione per il mondo dello
spettacolo, ed in particolare del teatro contemporaneo, che da sempre
cerca di
affrontarne la drammaticità e di mantenere vivi i ricordi nel tempo.
Lo spettacolo
“Calici d’arroganza” nasce da una riflessione
sugli aspetti e sulle motivazioni di conflitto, che vengono
(relativamente)
trasposti in un contesto indefinito di tempo e luogo, per dimostrare
quante
similitudini vi siano all’origine e nella legittimazione di tutti gli
scontri
che l’umanità conosce. Riferimenti a drammi ben noti della storia
emergono a
tratti e vengono affrontati con un linguaggio che preme fortemente sui
sentimenti dello spettatore, in situazioni che di solito ci si limita
ad
intuire.
Proprio per
questa generalizzazione delle radici del male,
benché sia chiaro il riferimento al processo Eichmann, lo spettacolo
non
intende identificarsi con questo specifico fatto storico. Inoltre la
messa in
scena, per quanto sia esplicita e diretta, non ha ovviamente alcun
intento
provocatorio, ma vuole, secondo il paradigma del teatro brechtiano,
coinvolgere
lo spettatore, scuotere i suoi sentimenti ed invitarlo a prendere
coscienza,
chiamandolo a riflettere. In particolare, è un invito ai più giovani ad
avvicinarsi a temi vissuti solo per interposta persona o attraverso il
filtro
dei media.
Trattandosi di
uno spettacolo di azione e parola,
l’allestimento prevede una scenografia minimale (un tavolo, una sedia
girevole
ed un telo di sfondo per proiezione; in assenza di quinte è sufficiente
disporre di due ulteriori sedie) ed è studiato per ridurre al minimo
costi,
tempi di preparazione e necessità tecniche. Sono sufficienti 1-2 ore
per la
preparazione della scena.
Lo spettacolo
prevede variazioni diverse già ben collaudate
in base al pubblico cui si rivolge (adulti, scuole medie superiori e,
dalle
rappresentazioni per il Giorno della Memoria 2006, anche per le scuole
medie
inferiori).